Nature Therapy: cosa succede al nostro corpo quando stiamo nella natura

Ormai è noto a tutti come la natura e passare del tempo all’aria aperta abbiano un effetto benefico sul nostro umore, soprattutto per quanto riguarda lo stress, inteso come tensione ansiogena.

Quindi sì, tutti sappiamo che la natura ha un’influenza distensiva.

Ma cosa succede dentro di noi quando siamo in mezzo ad un luminoso prato verde o su una bella spiaggia dorata?

Ecco qui di seguito un riassunto dei risultati di vari studi condotti proprio su questo: relazione tra esposizione alla natura e stress, in particolare i suoi effetti sul funzionamento del nostro cervello e del nostro corpo.

  1. Cos’è lo stress e come si misura (vi chiederete: è proprio necessario misurarlo? Non si fa già sentire a sufficienza?):

Lo stress, che preferisco chiamare distressè tutta quella serie di reazioni psicofisiologiche che avvengono nel corpo quando siamo esposti ad una minaccia. Dopo aver identificato la potenziale minaccia, nel cervello si attivano le strutture necessarie (talamo, ipotalamo, amigdala sono le principali) a preparare il nostro corpo per una risposta di difesa (Sistema Nervoso Autonomo Simpatico– non così tanto a volte-).

Se poi ci si accorge che non si trattava di una reale minaccia, viene dato il via libera al Sistema Nervoso Autonomo Parasimpatico (in particolare all’azione del nervo vago) che permette a tutti gli organi e apparati che si erano preparati all’attacco, fuga o lotta, di rilassarsi.

Inoltre, l’ipotalamo comunica anche con alcune ghiandole ormonali (ipofisi surrene) promuovendo il rilascio di cortisolo, altrimenti noto come ormone dello stress (che è lo stesso che ci fa svegliare al mattino!).

Ecco quindi gli indicatori fisiologici dello stress che se troppo presenti, danno origine al distress: frequenza cardiaca (e sua variabilità), conduttanza cutanea (sudorazione, per semplificare) e cortisolo sono i nostri protagonisti.

    1. Quali sono i rischi di uno stress prolungato?

Provate ad immaginare, quindi, di restare in modalità attacco-fuga-lotta (con respiri corti e veloci, battito cardiaco che pompa a mille e muscoli belli tesi, pronti all’azione) per un giorno intero, anzi due, anzi una settimana o, perché no, un intero mese.

Ecco, questo è ciò che succede quando nella nostra vita quotidiana continuiamo a percepire minacce (legate al nostro lavoro, ad eventi della nostra vita o a pensieri intrusivi) e ci sentiamo costantemente esposti ad esse.

Il nostro Sistema Nervoso Simpatico continua ad essere chiamato in causa dal controllore centrale e ci mantiene all’erta (a volte anche di notte, non si sa mai!).Quindi, secondo voi, quali sono i rischi, oltre al fatto di condurre una vita non esattamente piacevolissima?

I nostri organi vitali, in particolare il cuore, sono quelli più minacciati dallo stress prolungato, quindi i rischi sono principalmente a carico del sistema cardiovascolare, ma anche del sistema immunitario in seguito ad una prolungata attività del Sistema Nervoso Simpatico (se non vogliamo parlare dei disturbi psicologici).

  1. E quando siamo in mezzo alla natura? Come si comportano i nostri protagonisti?

Quando siamo esposti alla natura (in particolare a spazi verdi),le aree del cervello responsabili della risposta di stress risultano meno attivate, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca diminuiscono già dopo solo trenta minuti a settimana passati in aree verdi! (Provate ad immaginare i benefici di una mezz’ora al giorno…).

Per quanto riguarda il cortisolo, l’esposizione a spazi naturali porta ad un miglioramento del suo rilascio diurno, migliorando di conseguenza la regolazione del Sistema Nervoso Autonomo (in altre parole, miglior equilibrio tra le funzioni Simpatica e Parasimpatica).

Altro dato molto interessante: non è solo la vista ad apportare questi benefici (infatti, anche avere piante in casa o nel posto di lavoro aiuta in questo senso), ma anche i suoni della natura che aumentano la velocità di recupero del Sistema Nervoso Autonomo Simpatico.
In altre parole, i suoni naturali fungono da booster per quanto riguarda il rilassamento.

Chi cammina nella natura (e quindi fa attività fisica buona per il sistema cardiovascolare), inoltre, non solo risulta meno a rischio di patologie cardiovascolari ed immunitarie, ma mostra una riduzione dell’attività nelle aree cerebrali associate ai disturbi dell’umore e coinvolte nella formulazione di pensieri negativi ed auto-svalutanti.

Ora una piccola riflessione:
se per un momento non consideriamo le importantissime evidenze di questi studi, ma proviamo ad utilizzare solamente la nostra intuizione, dovrebbe venirci in mente che siamo animali, evoluti, ma comunque esseri viventi che si sono originati da questa terra, la nostra struttura non è poi così diversa da quella di un qualsiasi altro mammifero. La natura è il nostro habitat e starne lontani, per quanto siamo in grado di adattarci, manda in allerta il nostro sistema nervoso centrale che presta attenzione a tutte le potenziali minacce che possono “attaccarci”. Stare nella natura significa stare nella nostra casa, ed è il nostro stesso corpo a chiedercelo.

 

Bibliografia:
Shuda, Q., Bougoulias, M. E., & Kass, R. (2020). Effect of nature exposure on perceived and physiologic stress: A systematic review. Complementary Therapies in Medicine, 53, 102514. https://doi.org/10.1016/j.ctim.2020.102514

author-sign